Cos’è l’agrovoltaico? Un settore innovativo, promettente e in grande espansione. Le rinnovabili si fondono con l’agricoltura per far sì che i terreni agricoli possano essere utilizzati per produrre energia elettrica pulita, lasciando spazio alle colture agricole. L’agrovoltaico, infatti, integra il fotovoltaico nell’attività agricola con installazioni solari che permettono al titolare dell’impresa di produrre energia e al contempo di continuare le colture agricole o l’allevamento di animali.
Scopriamo insieme le potenzialità e le criticità di questo investimento.
Potenzialità e vantaggi
Stando alle stime di Italia Solare, se solo lo 0,32% dei terreni agricoli italiani fosse coperto da impianti solari, il 50% degli obiettivi del PNIEC sarebbe soddisfatto. In Italia, infatti, si dovrebbero installare oltre 50 GW di nuovi impianti fotovoltaici, con una media di circa 6 GW all’anno.
Con l’agrovoltaico, il suolo occupato dalle installazioni fotovoltaiche cessa di essere una voce di costo, acquisto e manutenzione. Inoltre, consentirebbe il recupero di terreni non coltivati.
Creare nuove imprese agroenergetiche che sviluppino impianti fotovoltaici in armonia con il contesto agricolo consente di:
- innovare i processi agricoli rendendoli ecosostenibili e maggiormente competitivi;
- ridurre l’evaporazione dei terreni e recuperare le acque meteoriche;
- proteggere le colture da eventi climatici estremi offrendo ombreggiamento e protezione dalle intemperie;
- creare comunità agro energetiche per distribuire benefici economici ai cittadini e alle imprese agro energetiche del territorio;
- creare nuovi posti di lavoro coniugando produzione di energia rinnovabile ad agricoltura e pastorizia;
- recuperare parte dei terreni agricoli abbandonati permettendo il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione.
Progettare un impianto agrovoltaico
Il progetto di un sistema agrovoltaico richiede competenze trasversali che dall’ingegneria arrivano all’agronomia e spesso necessita della messa a punto di un team multidisciplinari che possa studiare soluzioni tecniche e agronomiche per massimizzare il risultato della coesistenza tra fotovoltaico e agricolture.
La progettazione di un impianto agrovoltaico prende in considerazione i seguenti parametri tecnici: tipologia struttura, altezza e caratteristiche; distanza fra i moduli; percentuale di ombreggiamento attesa; tilt moduli, sistema fisso o variabile; tipologia di moduli. Inoltre, occorre studiare il grado di ombreggiamento nei vari mesi dell’anno.
Relativamente alla tipologia di struttura, le installazioni fisse, a inseguimento o verticali vengono applicate nella coltivazione dei campi, viticoltura, arboricoltura, allevamenti, apicoltura, orticoltura, pascolo, giardinaggio mentre il fotovoltaico su serra è destinato a arboricoltura, orticoltura e giardinaggio. Il fotovoltaico su edifici è infine ideale per allevamento, pescicoltura e ricovero macchinari.
Sul fronte tecnologico, si stanno ideando soluzioni per le nuove frontiere del fotovoltaico in agricoltura, con moduli bifacciali, strutture verticali per il montaggio dei pannelli e inseguitori monoassiali.
Criticità dell’agrovoltaico
Lo sviluppo dell’agrovoltaico in Italia è penalizzato dagli iter autorizzativi e spesso anche dall’opposizione di cittadini e giunte locali. Uno degli aspetti più critici dello sviluppo del fotovoltaico a terra, infatti, è il rischio di eccessiva invadenza territoriale. Il suolo sottostante perderebbe qualsiasi funzione diversa da quella di ospitare le strutture di generazione elettrica, divenendo a tutti gli effetti un suolo consumato.
La sostenibilità economica e ambientale del grande fotovoltaico industriale e la sua accettabilità sociale dipenderà dunque dalla capacità di costruire un sistema di regole entro le quali possano trovare spazio progetti efficaci di integrazione paesaggistica e ambientale. Alcuni progettisti, inoltre. sostengono che sarebbe necessaria la creazione di un’associazione ad hoc. Occorre quindi modificare l’assetto normativo sotto svariati punti di vista. A partire dal Decreto FER1 che dovrebbe essere revisionato così da poter inserire progetti di agrovoltaico e introdurre incentivi. Infatti l’articolo 65 del Decreto Legge 24 gennaio 2012 non consente l’accesso a strumenti di incentivazione a impianti fotovoltaici a terra realizzati su terreni agricoli. Attualmente quindi possono accedere al Decreto FER1 solo impianti su terreni non agricoli e pertanto previsti in discariche, cave o altre aree per le quali sia stata rilasciata la certificazione di avvenuta bonifica.
Fonte: Solare B2B

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